mercoledì 22 aprile 2015

Conosciamo Alice nel paese delle meraviglie






Accanto ad Alice, stanca di stare in giardino di fianco alla sorella che legge un libro "senza figure e senza dialoghi", passa un coniglio bianco dagli occhi rosa vestito con giacca e panciotto che corre dicendo "Povero me! Povero me! Sto facendo tardi" e guarda preoccupato il suo orologio. Il coniglio entra in una tana e Alice senza riflettere lo segue, trovandosi in una buia galleria e poi precipitando in una sorta di pozzo, arredato con scaffali e credenze con vasetti. Mentre precipita Alice ha il tempo di riflettere sulla lunghezza del pozzo, afferrare e riporre un vasetto di marmellata e ricordare la sua gattina rimasta sola. Atterra morbidamente su ramoscelli e foglie secche e procede lungo un cunicolo in fondo al quale vede il Coniglio Bianco correre. Alice lo segue e raggiunge un vestibolo illuminato da lampade con tante porte chiuse a chiave e un tavolo centrale di vetro sormontato da una chiave d'oro che sembra non aprire alcuna porta, se non una piccolina nascosta dietro una tenda. Una porta troppo piccola e un corridoio troppo stretto per passare. Alice non sa come fare, ma tornata al tavolo trova una bottiglietta con su un cartellino e la parola BEVIMI. Malgrado qualche prerplessità e un po' di timore, Alice beve un primo sorso e poi, data la bontà del contenuto, ne beve ancora. In breve diventa alta 25 centimetri e potrebbe passare attraverso la porticina, ma... ha lasciato la chiave sul tavolo e ora, così piccola, non può più raggiungerla. Dopo un'iniziale disperazione Alice trova una scatolina di vetro sotto il tavolo, con dentro un pasticcino con la parola MANGIAMI fatta di uvette

Naturalmente il pasticcino (ormai Alice non si stupisce di nulla) la fa crescere, ma in modo esagerato: ora non è più assolutamente possibile passare attraverso la porta e la bevanda per rimpicciolire è finita. Alice piange, piange, finché si forma sul pavimento un laghetto alto 10 centimetri. Nel frattempo il Coniglio Bianco, rientrato nel vestibolo, la vede e spaventato fugge via lasciando cadaere i guanti bianchi e il ventaglio. Alice è frastornata e si domanda chi è e se ha perso la memoria cercando di ricordare tabelline, geografia e filastrocche senza molto successo: teme di essersi trasformata in Mabel, una bimba evidentemente piuttosto ignorante e anche povera. Nel frattempo tiene in mano il ventaglio e senza saperlo questo la fa rimpicciolire, fino quasi a farla scomparire. Ora sembrerebbe possibile passare dalla porticina, ma la chiave è rimasta sul tavolo e lei nel frattempo è scivolata nel laghetto di lacrime versate quando era alta più di due metri e mezzo. Accanto a sé nuota un topo con cui cerca di fare subito conversazione, senza ottenere risposta. Pensando che sia francese, gli rivolge questa domanda "Où est ma chatte?" goffamente tirando in ballo i gatti e ottenendo la risposta seccata del Topo che, giustamente, non li ama molto. Dopo una serie di battibecchi e un'altra gaffe di Alice che per parlar d'altro tira in ballo un cagnolino specializzato nella caccia ai topi, la bimba cerca di rappacificarsi, mentre il laghetto si riempie di altri animali tra i quali un'Anatra , un Dodo , un Pappagallo e un AquilottoUno dei capitoli meno popolari di tutta la storia è questo, che vede la conversazione degli animali del Laghetto che, giunti a riva, si devono asciugare. il Topo dichiara di sapere come "seccarli" e inizia a raccontare una storia noiosa e complessa su Guglielmo il Conquistatore. Il Dodo invece propone di fare una Corsa Elettorale: in una pista più o meno circolare ognuno prende posizione e parte quando vuole, andando nella direzione voluta. Alla fine il Dodo grida "fine della corsa" e tutti vincono (e nel frattempo si sono asciugati). Alice distribuisce i premi: canditi per tutti e a lei viene attribuito un altro premio, un ditale che lei stessa tira fuori dalla tasca.


A questo punto il Topo deve raccontare perché odia tanto cani e gatti, una "storia con una coda lunga e triste", "forse il più noto esempio di poesia emblematica, o figurata, in inglese: poesie stampate in modo da assomigliare a qualcosa di relativo al loro argomento" La poesia è infatti stampata a forma di coda e narra la storia di un processo che un cane vuole fare contro un topo, facendo lui stesso da giudice e condannandolo a morte. Senza terminare il suo racconto il Topo se ne va e Alice rimane con gli altri animali, parlando nuovamente della sua gatta Dinah, grande cacciatrice di uccelli. A questo punto gli uccelli si allontanano in fretta e Alice resta nuovamente sola.

Mentre Alice si trova sola e abbandonata in quello che doveva essere il vestibolo pieno d'acqua e che ora è diventato uno spazio aperto, torna il Coniglio Bianco che mormora disperato: "La Duchessa! La Duchessa! Oh, zampette mie care! Oh, pelo mio, baffi miei! Mi farà tagliare la testa, quant'è vero che i furetti sono furetti! Ma dove li avrò posati, mi domando?", chiaramente cercando guanti e ventaglio.Ma nel frattempo anche Alice li ha persi e non si trovano più, mentre il Coniglio scambia Alice per la sua governante Mary Ann e le ordina di andare a casa a cercarli. Alice ubbidisce e si trova davanti a una casetta con la targa "C. BIANCO", entra e in una stanza trova guanti e ventaglio ma anche un'altra bottiglina senza etichetta: "Tutte le volte che mangio o bevo succede qualcosa di interessante" e così bevendo Alice diventa di nuovo grande, troppo grande, grandissima e deve mettere un piede su per il camino e un braccio fuori dalla finestra ritrovandosi completamente bloccata. Come spesso accade in questo frangente Alice si parla e si risponde, sgridandosi e dandosi consigli, oltre che facendo considerazioni, fin tanto che il Coniglio non arriva arrabbiato alla ricerca di Mary Ann e invece si ritrova di fronte questo mostro che gli ha invaso la casa. Tentando di entrare dalla finestra il Coniglio viene respinto da Alice e buttato a terra. Stessa sorte subiscono gli amici arrivati in soccorso, Pat e Bill, la lucertola, esplulsa direttamente dal camino con un calcio. Gli animali armeggiano fuori e intanto Alice si accorge che il pavimento è fatto di pasticcini, ne mangia uno e torna di dimensioni normali rispetto alla casa, riuscendo così a uscire, scappando nel bosco vicino. Troppo piccola per muoversi in quello spazio, Alice incontra un cucciolo di cane enorme in confronto a lei, ma riesce a farlo giocare con un bastoncino, mentre si guarda intorno cercando qualcosa da mangiare o da bere per tornare alla grandezza normale. Ecco un fungo grande quanto lei e sopra al fungo un bruco azzurro seduto intento a fumare il suo narghilè.
La favola di Alice è intensa e aggrovigliata. I personaggi sono tanti e tutti molto originali. Non vi racconto altro....leggete questo libro e stupitevi dei "colpi di scena" Ciao a tutti !
Continuo con due o tre indovinelli


Indovina un indovinello


Lewis Carroll l'autore di Alice...." era un grande ammiratore di ogni genere di giochi e puzzle e in particolare amava gli indovinelli. Un indovinello è un puzzle in forma di domanda e la risposta è solitamente ingegnosa, sorprendente o divertente e senz’altro richiede concentrazione.


Ecco due dei nostri indovinelli preferiti:

Cos’è tuo ma i tuoi amici lo usano più di te?(Il tuo nome.)


Come puoi scoprire la differenza tra un barattolo di minestra di pollo e uno di pomodoro?( Leggi l’etichetta.)


L’indovinello più famoso è quello in cui il Cappellaio Matto chiede ad Alice: Come mai un corvo è simile a una scrivania? Entrambi producono note.(?)

Come puoi far cadere un uovo per tre metri senza romperlo?Risposta: Facendolo cadere da un’altezza di quattro metri. Non si romperà per i primi tre


Due strofe di una poesia strana (è dir poco) e cercate di capirne un po' il senso!

Domani le altre strofe!


Era brìllico, scocco e spricco

prillicava di qua e di là;

ma lo stùchilo sullo sticco

lo Sdragacciolo impizzerà.



"Allo Sdràgolo bada, o figlio!

Morde e brùzzica col muffò!

Ha la bàzzica lunga un miglio:

te lo dico perchè lo so."



4 commenti:

  1. E' la favola di EVA?
    Non c'è la REgina che TAGLIA la TESTA?

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  2. Ciao Angelo. Non è nominata Eva. Di religioso non c'è proprio niente. Sì c'è la Regina e ai cattivi taglia la testa. ma........Buona giornata

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    1. Per ME religione vuol dire RELIGERE, cioè apPRO-FONDIRE. Io in tutto VEDO l'ORMA di Dio e qualche volta del SIGNORE.

      C'era una volta.... — Un re! — diranno subito i miei piccoli lettori. — No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno (o di fango?).

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    2. Va avanti così che va benissimo! Mi ci ritrovo in questi comMENTI! Buona notte.

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