giovedì 16 giugno 2016

favola

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Sdraiato sul suo lettino d'ospedale, Vincenzino, nonostante l'ora tarda, non riusciva a dormire.
A tenerlo sveglio era un'emozione fortissima che si era impadronita di lui da qualche ora.
Non sapeva dare un nome a questo sentimento era certo però che era una cosa bellissima.
"La mamma!" esclamò Vincenzino, "Chissà se è sveglia anche lei".
 Guardò ai piedi del letto: la mamma dormiva, rannicchiata su di una poltrona blu, vinta più dalla stanchezza che dal sonno.
"Mamma!" fece per chiamare Vincenzino, ma un angelo in bianche vesti, entrato in quel momento nella stanza, gli fece cenno di tacere.
"Sei pronto Vincenzino?" Chiese l'Angelo con voce dolcissima.
"Sì" disse il bambino " Andiamo da Dio, vero?"
L'angelo assentì col capo e gli chiese:
"Sei contento?"
"Sono felice!" rispose il bambino, ma subito dopo, guardando la mamma, scoppiò in pianto.
"Sono un bambino cattivo! Solo i bambini cattivi possono essere felici di lasciare la loro mamma."
L'angelo prese in braccio il bambino e gli asciugò le lacrime.
"Non sei un bambino cattivo. La tua anima è felice perchè sta per incontrare Dio che è felicità, ma se ascolterai bene il tuo cuore sentirai che sta piangendo."
Vicenzino chiuse gli occhi e si mise ad ascoltare il suo cuore. Lo sentì piangere in silenzio. Piangeva per il dispiacere di lasciare tutte le persone che amava.
"No, non sono un bambino cattivo."
Prima di dare la mano all'angelo, prese il suo orsacchiotto di peluche e lo pose tra le braccia della mamma, le diede un bacio sulla guancia. Era pronto per il lungo viaggio.
La città era addormentata sotto un cielo dove brillavano tantissime stelle. Tra poco sarebbe arrivato un nuovo giorno.




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