giovedì 17 dicembre 2015

Il nostro amico e Giovanni al Giordano






Incredibile! Le sue parole erano forti come una bastonata, parola mia, ma la gente stava ad ascoltare e lo guardava con ammirazione.
"Razza di vipere!" ripeteva e io lo guardavo con attenzione.

Eravamo alle fonti del Giordano, molta acqua fresca e tanta tenera erba.

Ad un certo punto si sente un mormorio, poi un silenzio, e cresceva la paura e la rabbia. Si erano avvicinati dei soldati romani.

Anch'io curioso, mi sono avvicinato: nessuno scaccia un asino in queste situazioni.

Non volevo credere alle mie orecchie!!
I soldati non erano lì per scacciarlo o per arrestarlo. Chiedevano anche loro: "Cosa dobbiamo fare?"

Mi aspettavo che Giovanni il battezzatore rispose con tanta calma, concreta e vera: "Non maltrattate nessuno; accontentatevi delle vostre paghe; non rubate!".

Tutta la gente che ascoltava era meravigliata e le parole di Giovanni passarono di bocca in bocca.

I soldati se ne andarono con il cuore più leggero: c'era una strada della misericordia anche per loro e Giovanni ripeteva: "Dovete cambiare, verso il meglio, verso il bene".

"Io, l'asinello vostro amico e di Gesù, c'ero e ho udito e ora lo racconto a voi!.

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