martedì 3 marzo 2015

una favola per la mamma

L'Anatra, La Morte e Il Tulipano







"Già da molto tempo l'anatra aveva come un presentimento. 'Chi sei? E perché mi strisci alle spalle di soppiatto?'

'Bene, finalmente ti accorgi di me' disse la morte. ' E' da quando sei nata che ti sono vicina!  Sono la morte.' L'anatra si spaventò.

Non la si può certo rimproverare per questo.



Quando in famiglia ci sono dei bimbi piccoli e succede questo avvenimento, non riusciamo a trovare le parole semplici e delicate per spiegare loro che si nasce e...si muore.

In questa favola per bambini, io trovo, ci sia il modo giusto per affrontare quel momento.

In questo racconto, in cui l’Anatra e la Morte si incontrano e diventano amiche, viene messa in luce, in modo delicato , la normalità della morte. La favola continua:




“Sei venuta a prendermi?”

“Ti sarò accanto… nel caso…”

“Nel caso?” domandò l’anatra.

“Si nel caso ti capiti qualcosa. Una brutta caduta, un incidente: non si può mai sapere”.

“E all’incidente ci pensi tu?”

“All’incidente ci pensa la vita, come anche alla caduta, e a tutte le altre cose che possono capitare a voi anatre. Per esempio la volpe”.


L’anatra non ci voleva nemmeno pensare. Le venne la pelle d’oca. La Morte le sorrise in modo amichevole. In fondo era gentile, anzi molto gentile, se si esclude che era quello che era.


“Andiamo allo stagno?” domandò l’anatra.

Era ciò che la Morte temeva



È così che scopriamo che la Morte non ama l’acqua e l’umidità. Sarà l’anatra a riscaldarla con le sue piume. Nessuno aveva mai fatto una cosa simile per lei, l’odiata Morte.

L’anatra e la Morte dormono, chiacchierano, si avventurano sulle chiome degli alberi e parlano anche di cosa sarà dopo.

“Certe anatre dicono che si diventa angeli e si sta seduti sulle nuvole e si può guardare la terra dall’alto”.

“Possibile” disse la Morte, e si mise seduta.

“In ogni caso le ali ce le hai già”.

Il giorno dopo l'anatra si svegliò per prima, di buon mattino.

"Non sono morta!" pensò.

Diede uno scrollone alla Morte.

"Non sono morta!" starnazzò entusiasta.

La Morte sollevò la testa:

"Sono felice per te" disse e si stiracchiò.

"E se invece fossi morta?"

"In questo caso non avrei dormito così profondamente" disse la Morte con uno sbadiglio.


Arriverà il freddo e capiterà così quel “qualcosa” che l’anatra tanto aveva temuto, ma non se ne accorgerà nemmeno, perché sarà la Morte a scaldarla questa volta. E la accompagnerà al fiume per il suo ultimo viaggio.


Certe anatre dicono anche che nelle viscere della terra c'è l'inferno, dove si finisce "arrostite" se non ci si è comportate da brave anatre".
"E' sorprendente ciò che vi raccontate voi anatre. La verità è che non lo sa nessuno".
"Nemmeno tu lo sai!" strepitò l'anatra.
La Morte si limitò a guardarla.


L'anatra decise che non sarebbero andate al lago, ma che si sarebbero arrampicate su di un albero.
Guardando dall'alto dei rami l'anatra disse:
"Ecco come sarà quando morirò." Lo diceva perchè tutto intorno era silenzioso e deserto, si vedeva solo un pezzetto di stagno.
"lo stagno tutto solo. Senza di me."
"!Scendiamo", La prego l'anatra, sugli alberi si fanno strani pensieri.


Trascorsero settimane insieme, si sedevano sull'erba e parlavano poco.
Quando un vento fresco le soffiò tra le piume, per la prima volta l'anatra si sentì gelare.
"Ho freddo" disse la sera "Ti va di scaldarmi un po' tu?"

Una neve leggera scendeva pian piano nell'aria. Era accaduto qualcosa. La Morte guardò l'anatra.
Non respirava più. Giaceva immobile.
La prese tra le braccia delicatamente, Le lisciò un paio di piume che si erano arruffate, e la portò al grande fiume.
Qui l'adagiò delicatamente sull'acqua, che amava tanto, e le poso il tulipano accanto.
Poi le diede una spinta lieve.
La seguì a lungo fino a quando scomparve. La Morte si rattristò: ma così è la vita.


3 commenti:

  1. Ehilà, l'anitra all'arancia è uno dei miei piatti preferiti.
    Scherzo, ovviamente.
    Hai una raccolta di storie pedagogiche per bambini?
    Dove trovi queste storie bellissime?
    Abbraccio.

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  2. In Biblioteca. E' il libro che mi hanno fatto leggere ieri. Ho cercato le immagini su google e ho trascritto il testo. Ora però voglio aggiungere qualche frase per far capire meglio che la signora col grembiule a quadretti ci è vicina fin da quando siamo nati. Ciao mio amigo: te gusta? Jo soi felix
    Chissà che cosa ho scritto!!!Ha, Ha. Abbracci

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    1. Sono un po' titubante su di una storia che ha per titolo "Chi me l'ha fatta sulla testa?" Tu che dici?

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