martedì 31 marzo 2015

Mi piacerebbe che tutti capissero


Vorrei che fossi accettata da tutti per quello che sei,
con i tuoi pregi e i tuoi difetti, che fossi capita per
tutto quello che non riesci ad esprimere.
Vorrei che gli altri potessero vedere nei tuoi occhi
ciò che sogni davvero e che potessero realizzarlo per
farti piacere.
Vorrei che la gente ti vedesse come sei realmente,
forte e testarda, a volte fragile e pensierosa davanti
ad uno specchio in cui non puoi specchiarti.
Vorrei aver avuto due ali per portarti via da chi ti
ha discriminato, ed esser stata con te tutte le volte
in cui uno sguardo ti ha ferita.
Vorrei che ogni giorno potessi viverlo in modo
intenso e che quelle scale non ti fossero d'ostacolo
per raggiungere qualche attimo di libertà.
Averti conosciuto è stato, come aver toccato il cielo
ed allo stesso tempo la terra, aver visto il buon
ed il cattivo tempo, vissuto l'estate e l'inverno.
In questa primavera della tua vita ove stai conoscendo
realmente le difficoltà della disabilità, ti aggrappi
a chi può darti un po' di speranza, a chi può donarti un sorriso.
Quell'opportunità non ti deve essere negata, nulla ci viene
regalato, nientemeno a chi deve sudare soltanto per saltare
da un piccolo gradino ad un altro!
Mi hai fatto capire il valore della vita: l'intensità di una corsa,
il dono della parola, il suono dolce di un violino, il colore del sole,
il vivere giorno per giorno.
Vorrei che tu potessi vedere, sentire, percepire, l'emozione
che provo ogni volta che cerchi di dirmi:
«Ti voglio bene. Viviamo ogni attimo, domani è un altro giorno».


Vi ho regalato questa poesia, e vorrei regalarvene tante altre, perchè nella vita tutto è Bellezza.
Bellezza: sono i bambini down
Bellezza: tu amico autistico
Bellezza: i tuoi occhi spenti
Bellezza: tutti voi che chiamano diversi.
Diversi, sì, da noi che abbiamo un cuore che
non sa dirvi: Ti amo.
Questa Settimana Santa Gesù muore 
per noi,
peccatori che non sappiamo donarvi amore e attenzione.
Gesù risorto ce lo insegnerà.


Sento il desiderio di confessarvi che l'attenzione verso i disabili, fisici o psichici, è nata nella mia famiglia da un pensiero di Valeria. Dapprima si era informata per andare a far compagnia a qualche bimbo che rimaneva solo durante il pomeriggio. E' così che una bimba particolare ha iniziato a venire a casa, accompagnata dal padre, a fare i compiti con me. Finita la scuola, a giugno: il prof di religione ha chiesto di aiutarlo a togliere le erbacce dalle tombe in cimitero, con i suoi ragazzi disabili: abbiamo (con i miei tre figli) conosciuto Donatella, Luigi, Anna e Gabrielone. Alla sera le miei ginocchia piangevano dal male...ma ero contentissima. E poi tante altre occasioni per stare con loro e i loro genitori.....
Quando Valeria partì, quell'associazione stampò un biglietto con una rosa spezzata in due. E poi ancora altra vita con loro che si è maturata nell'affido di Daniele. Scusate lo sfogo: non vuole essere vanteria ma solo bei ricordi di giorni donati con gioia a chi conosciamo poco.



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